L'associazione vuole tenere alto il nome della sua fondatrice, attraverso attività musicali
L’Associazione CEMI Fiorenza Rosi si propone di far risuonare alto il messaggio che è stato per Fiorenza Rosi, straordinaria maestra di violino, l’impegno di una vita e cioè che la Grande Musica può diventare patrimonio di tutti: giovani e giovanissimi, famiglie, grande pubblico, una musica che può e deve entrare nelle scuole perché è parte fondante della cultura del nostro Paese
I Violini Tornano
nel Gran Concerto per Fiò
1 novembre 2017 - ore 20.30
Auditorium Manzoni, via De'Monari 1/2 Bologna
Ora hanno deciso di tornare ancora, sul palco del Teatro Manzoni il prossimo primo novembre 2017 per sprigionare e trasmettere nuovamente le emozioni nate durante il concerto dello scorso anno.
Erano piccolissimi, 3-4 anni, quando Fiorenza gli mise il violino in mano ed era così brava, così appassionata nel trasmettere la musica, che molti di loro sono diventati musicisti affermati.
Quando lo scorso 9 dicembre, sull’onda dell’emozione per la sua prematura scomparsa, sono tornati da ogni parte d’Italia e d’Europa per suonare per lei, è accaduto un miracolo. C’erano quasi tutti: Laura, oggi primo violino di spalla alla Scala di Milano, Tiziano e Leonardo, primi violini degli affermati quartetti Noûs e Fauves, Camilla e Margherita, violinista e violista della Toscanini e della Fenice. C’erano anche Sara, Leonardo e Marco, arrivati per l’occasione dal Mozarteum di Salisburgo, dalla Royal Academy of Music di Londra e dalla Hochschule für Musik di Hannover, e Valentina ed Emilia, che oggi seguono le orme di Fiorenza come insegnanti Suzuki. L’elenco potrebbe continuare a lungo, con tanti altri brillanti allievi dei Conservatori.
Un’orchestra composta quasi per intero da ex-allievi di Fiorenza Rosi, straordinaria maestra di violino che ha insegnato a Bologna per più di 25 anni e che l’anno scorso, ancora giovane, ci ha lasciati. Fiorenza era unica: la passione, l’entusiasmo, la preparazione e il grande amore per la musica che trasmetteva, hanno fatto sì che tanti suoi allievi siano diventati eccellenti musicisti. E quasi tutti si sono ritrovati lo scorso anno per suonare in suo onore: si sono subito “riconosciuti”, qualcosa, nel modo di suonare, o forse di intendere la musica, li accomunava. Un affiatamento che faceva sembrare tutto più facile.